CONTABILITA' MENTALE
(MENTAL ACCOUNTING)
Il Mental Accounting è la teoria di Thaler secondo cui gli individui possiedono un sistema psicologico di contabilità che viola diversi assiomi della teoria economica classica influenzando le scelte in modo rilevante.
Un esempio è dato dal “sistema dei conti” secondo cui gli individui organizzano le proprie scelte relative al reddito ed al risparmio con un sistema di veri e propri conti mentali, violando il principio economico di fungibilità del denaro:
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un conto mentale per le spese correnti
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un conto mentale per i risparmi destinati a spese eccezionali (es. acquisto di una nuova auto)
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un conto mentale per gli investimenti a lungo termine (es. fini pensionistici)
Il sistema dei conti, sia esso gestito tramite fogli Excel, quaderni, buste o barattoli, può essere molto utile per controllare le spese; infatti, ad ogni conto corrisponde una differente propensione al consumo consentendo in tal modo di rafforzare la capacità di autocontrollo e quindi di risparmio.
Il lavoro di Thaler, inoltre, analizza il modo in cui le persone gestiscono mentalmente i guadagni e le perdite:
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Conto mentale integrato
in questo caso usano un solo conto mentale generale in cui contabilizzano tutte le operazioni compiute in un certo periodo. Il saldo è rappresentato dalla differenza tra guadagni e perdite.
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Conti mentali separati
in altri casi utilizzano due conti mentali separati: nel primo contabilizzano i guadagni e nel secondo le perdite.
Investitori ed effetti della contabilità mentale separata
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La contabilità mentale separata può generare negli investitori una percezione distorta dell’andamento del proprio portafoglio focalizzando l’attenzione sul rendimento dei singoli titoli, anziché sull’andamento globale.
In una situazione molto semplificata in cui un investitore possiede solo due titoli, uno in perdita e l’altro in attivo, la valutazione separata dei loro rendimenti potrebbe far perdere di vista il fatto che il rendimento del portafoglio sia comunque positivo.
Inoltre, la percezione che il portafoglio sia in perdita, potrebbe essere accentuata dal fatto che secondo la Prospect Theory le perdite sono “sentite” il doppio dei guadagni.
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La contabilità mentale separata può riguardare anche l’allocazione del portafoglio.
In uno studio del 2001 Benartzi e Thaler hanno proposto ai partecipanti diverse opzioni riguardanti l’allocazione dei risparmi ed hanno potuto osservare quanto segue:
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quando sono disponibili due fondi, di cui il primo investito in azioni e il secondo investito in obbligazioni, le persone investono metà dei loro risparmi nel primo fondo e metà nel secondo
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quando invece sono disponibili tre fondi, di cui due azionari e uno obbligazionario, i risparmiatori dividono in parti uguali i loro risparmi tra i tre fondi (euristica 1/n) costruendo così un portafoglio costituito per due terzi da azioni e per un terzo da obbligazioni; quindi, gli investitori valutano le tre opzioni separatamente e non come parti dello stesso portafoglio.
L’incongruenza e quindi l’effetto della contabilità mentale, si evidenzia nel fatto che se nella situazione iniziale con due soli fondi disponibili gli individui decidono di investire metà del patrimonio nel fondo azionario e l’altra metà in obbligazioni, allora anche nella situazione successiva dovrebbero comporre un portafoglio costituito al cinquanta per cento da azioni e al cinquanta per cento da obbligazioni, indipendentemente dal numero di opzioni a disposizione.
Seguendo l’euristica sopra menzionata si arriva invece ad un’allocazione in cui il portafoglio è composto dal 66% da titoli azionari.