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POLITICHE PUBBLICHE COMPORTAMENTALI
Con "politiche pubbliche" si intende un piano di azioni tra loro coordinate e volte a risolvere un problema sentito come rilevante da molti.
Il primo passo indispensabile al fine della progettazione e successiva implementazione dell’intervento è comprendere come le persone si comportano effettivamente nelle diverse situazioni, un modo che sistematicamente devia da quanto ipotizzato dalle teorie economiche classiche.
In questo modo è possibile progettare interventi in grado di aiutare gli individui a fare una scelta migliore.

Ai decisori politici che lavorano in ministeri, dipartimenti e agenzie pubbliche propongo lo studio di un modello elaborato da BIT (leader mondiale di Behavioral Insights) che fornisce gli strumenti per comprendere come gli aspetti comportamentali di un problema possono influire sulle politiche pubbliche.
È quindi un modello rivolto ai responsabili politici che conoscono i problemi e i contesti delle politiche, ma hanno un'esperienza limitata o addirittura assente con le intuizioni comportamentali.
Lo strumento rappresenta un'introduzione al processo decisionale e aiuta a comprendere come gli aspetti comportamentali di un problema possono essere identificati, individuati e affrontati.
È stato creato per inserire nelle politiche pubbliche le intuizioni e le metodologie delle scienze comportamentali e fornire una regolamentazione migliore e più efficace.
Le intuizioni sono derivate dallo studio dell'economia comportamentale, della psicologia cognitiva, della psicologia sociale e del processo decisionale.
Questo nuovo approccio si è ampiamente diffuso negli ambienti delle politiche pubbliche (Stati Uniti, Regno Unito ed altri paesi dell'OCSE) e le iniziative e i conseguenti risultati sono indicati come "politiche pubbliche informate sul comportamento" o semplicemente "politiche pubbliche comportamentali".
L'obiettivo è capire meglio perché le persone agiscono in determinati modi alfine di creare politiche pubbliche più efficaci, tenendo conto di come i limiti e i pregiudizi relativi all'attenzione, alla formazione delle credenze, alla scelta e alla determinazione influenzano il comportamento.
I paradigmi politici più tradizionali, che tendono a fare affidamento su modelli astratti e ideali, assumono che il comportamento delle persone sia il risultato di un pensiero del tutto razionale basato sul possesso di informazioni complete e sull'assenza di vincoli di tempo e attenzione.
Ecco perché, secondo i critici, le politiche tradizionali a volte finiscono per essere inefficaci: considerano comportamenti ideali piuttosto che effettivi.
Il modello, al contrario, fornisce ipotesi più realistiche sui fattori psicologici che modellano il comportamento umano, fornisce strumenti per indagare e misurare il comportamento effettivo, metodi per influenzare tale comportamento e quindi favorire il cambiamento comportamentale.
Il modello si compone di cinque fasi che accompagnano il ciclo politico dall’inizio alla fine.
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identificazione del problema comportamentale
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analisi dei fattori psicologici e cognitivi che determinano il comportamento
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identificazione delle strategie che possono cambiare i comportamenti
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progettazione di un intervento alfine di raggiungere il risultato desiderato
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implementazione del cambiamento
Vi propongo l’analisi dei punti 2 e 3 che rappresentano il cuore del modello.
Si tratta di un’analisi generalizzata valida per ogni decisore (amministrazioni pubbliche ma anche organizzazioni del settore privato) e rappresenta la base per l’intervento e il cambiamento.
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Heal the world
Make it a better place
For you and for me, and the entire human race (M.J.,1991)
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Durata del corso 20 ore
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